Il video della settimana è tratto da una pubblicità d'auto; ovviamente balza subito all'occhio che è una full optional come l'ammiraglia del corrado (IL PDC lo potevi mettere...và che la picchi via).
Video stupendo e quindi lo posto!
USCITE SIETE CIRCONDATI
Uscite siete circondati!
giovedì 12 maggio 2011
mercoledì 11 maggio 2011
Lucianone, number 1
Tratto da un editoriale di Tuttomercato web su cui scrive Moggi:
"Chiudo con un aneddoto simpatico e divertente, che riguarda un acquisto dell'Inter di qualche anno fa: Cyril Domoraud. Si può dire che l'ivoriano, sbarcato in Italia con la nomea di nuovo Thuram, fui io a portarlo in nerazzurro. Vi spiego brevemente come. Mi trovavo a Marsiglia ad osservare un giocatore, quando notai poche file sotto alla mia un osservatore nerazzurro, anche lui giunto per lo stesso mio obiettivo. A quel punto iniziai a tessere le lodi di Domoraud, a voce alta affinchè fossi sentito. Il lunedì seguente quasi tutti i quotidiani sportivi aprirono titolando sull'acquisto di Domoraud da parte dell'Inter.Senza un po' di astuzia, non si va da nessuna parte..."
I chiacca non capivano proprio una cippa...poi hanno imparato ha spendere meglio i loro soldi (tanti)
"Chiudo con un aneddoto simpatico e divertente, che riguarda un acquisto dell'Inter di qualche anno fa: Cyril Domoraud. Si può dire che l'ivoriano, sbarcato in Italia con la nomea di nuovo Thuram, fui io a portarlo in nerazzurro. Vi spiego brevemente come. Mi trovavo a Marsiglia ad osservare un giocatore, quando notai poche file sotto alla mia un osservatore nerazzurro, anche lui giunto per lo stesso mio obiettivo. A quel punto iniziai a tessere le lodi di Domoraud, a voce alta affinchè fossi sentito. Il lunedì seguente quasi tutti i quotidiani sportivi aprirono titolando sull'acquisto di Domoraud da parte dell'Inter.Senza un po' di astuzia, non si va da nessuna parte..."
I chiacca non capivano proprio una cippa...poi hanno imparato ha spendere meglio i loro soldi (tanti)
lunedì 9 maggio 2011
5 canzoni in 1, il resto è solo commercio
Purtroppo non ho trovato un video degno della canzone, ma forse la versione originale rende questo capolavoro ancora più bello ...
Beato Giovanni Paolo II
Una delle persone che ho maggiormente apprezzato...hanno già scritto tutto e ci sono migliaia di video che lo ricordano; io ho deciso di postare il discorso contro le MAFIE tenuto nella valle dei templi di Agrigento. Era veramente arrabbiato! Prendete 5 minuti e riguardatevi il video:
venerdì 6 maggio 2011
L'incontro!
Ho trovato questa notizia on line. Non posso garantirne la veridicita', ma sembra proprio che Axl e Slash si siano incontrati in un caffe' a L.A. e sembra che l'incontro sia stato positivo! Forse e' arrivato il momento della tanto attesa Reunion dei guns n roses!
By MICHAEL CHRISTOPHER
rockmusicmenu@hotmail.com
The long wait for a Guns ‘N Roses reunion appears to be close to an end as Axl Rose and Slash, estranged since the mid 90s, have been spotted paling around their home turf of Los Angeles lately, engaged in not so quiet conversations about a future together and how the band that changed rock and roll could end up back on top.
Most surprising is that these two veterans of the sleaze and grim on the Sunset Strip aren’t embracing the past as much as turning the page on a new chapter. The hangouts of choice haven’t been like the days of old at the legendary Rainbow or the Whisky A Go-Go, but quaint little cafes and bakeries in the area. Spotted Monday at Delilah Bakery on Echo Park Avenue, the two shared a blueberry and walnut muffin while Rose regaled his one-time — and likely future — guitarist with tales of how he’s been obsessed with baking for the past 15 years.
“The attacks from the media were relentless man,” Rose was head saying about the long wait for the “Chinese Democracy” opus, a record that was pretty much dead on arrival when it finally hit shelves in November of 2008. “It didn’t bother me though, because I was way to intent on mastering the joconde imprimé.”
“The what?” the guitarist asked.
“Joconde imprimé,” repeated Rose, “It’s this design you bake to add a bit of decoration to a sponge cake. It’s how they get that marbleized look.”
“Oh yeah, man, I know what you’re talking about.”
“Yeah, and I’ll tell you what, you think I was difficult to deal with during the “Use Your Illusion” sessions, you should’ve seen me smashing my fifth (expletive) Viking oven to pieces with a sledgehammer out of frustration — that’s where all those record company millions went!”
Eyewitnesses then had the two of them exploding with laughter as they clinked together cups of honeydew infused melon white tea.
Slash has been involved in a bit of domesticity himself as of late, announcing in February a line of top hats designed to reach an even wider audience than his music.
“The top hat has been my signature,” he said in a statement. “Now, I want to sign it all over the world for everyone to enjoy.”
mercoledì 4 maggio 2011
School of rock -ep.4- Back in black
Eccomi di nuovo sulle scene dopo un periodo di voluta contestazione con gli altri autori del blog che non postano mai una cippa ( thanx frank); ed ovviamente ritorno con la più grande rock band della storia, i numeri UNO in assoluto (altro che niceboys), coloro che meritano il massimo rispetto perchè da quasi 40 anni suonano e cantano per i fans (ma anche per i soldi, tanti soldi) senza mai fare manfrine (tipo rolling) o senza mai scogliersi (tipo guns).
E naturalmente la canzone scelta non poteva che essere Back in black!
Scritta dal trio Malcolm Young/Angus Young/Brian Johnson, 5 mesi dopo la morte di Bon Scott, viene registrata alle Bahamas e pubblicata con l'album nel 1980, e ,come singolo, nel '81, la canzone appare come sesta traccia. Il pezzo si apre con uno dei riff di chitarra più celebri della storia del rock, costituito da tre semplici bicordi ripetuti. L'idea è stata di Malcom Young (era solito fare il warm-up tune dellla sua chitarra con questi 3 bicordi); il testo è come già detto del trio Angus, Malcom e Brian, ma in realtà esisterebbe un testo scritto da Bon Scott (così come per tutte le canzoni dell'album): la band preferì, comunque, ricominciare il lavoro di stesura testi col nuovo cantante.
La canzone viene in particolar modo apprezzata per la sua capacità, riconosciuta del resto alla musica degli AC/DC in generale, di esprimere una potenza ed un'energia enormi, cosa che gli ha permesso di divenire nell'immaginario collettivo uno dei più importanti simboli della musica hard rock e heavy metal (altro che i gruppetti che ascoltate voi). Lo stile degli Ac/Dc si conferma impetuoso soprattutto nelle pause/silenzi (assurdo che la loro potenza sia nei silenzi) tra un attacco di nota e l'altro.
Ovviamente tutto l'album è dedicato allo scomparso Bon ma i presunti riferimenti al cantante("Forget the herse 'cause I'll never die"..dimentica il carro funebre perchè io non morirò mai e "I've been too long and I'm glad to be back") vengono smentiti nel 2009 da Brian che dice di aver scritto la canzone buttando giù le prime frasi che gli venivano in mente, ispirato unicamente da un ritmo mambo.
Vi lascio il video dell'epoca...le chitarre sono enormi ma qui si parla di vecchia scuola. 4 alcolizzati che suonano una canzone hardrock nel 1980. No frills e tantissima roba. I HIT THE SACK!
E naturalmente la canzone scelta non poteva che essere Back in black!
Scritta dal trio Malcolm Young/Angus Young/Brian Johnson, 5 mesi dopo la morte di Bon Scott, viene registrata alle Bahamas e pubblicata con l'album nel 1980, e ,come singolo, nel '81, la canzone appare come sesta traccia. Il pezzo si apre con uno dei riff di chitarra più celebri della storia del rock, costituito da tre semplici bicordi ripetuti. L'idea è stata di Malcom Young (era solito fare il warm-up tune dellla sua chitarra con questi 3 bicordi); il testo è come già detto del trio Angus, Malcom e Brian, ma in realtà esisterebbe un testo scritto da Bon Scott (così come per tutte le canzoni dell'album): la band preferì, comunque, ricominciare il lavoro di stesura testi col nuovo cantante.
La canzone viene in particolar modo apprezzata per la sua capacità, riconosciuta del resto alla musica degli AC/DC in generale, di esprimere una potenza ed un'energia enormi, cosa che gli ha permesso di divenire nell'immaginario collettivo uno dei più importanti simboli della musica hard rock e heavy metal (altro che i gruppetti che ascoltate voi). Lo stile degli Ac/Dc si conferma impetuoso soprattutto nelle pause/silenzi (assurdo che la loro potenza sia nei silenzi) tra un attacco di nota e l'altro.
Ovviamente tutto l'album è dedicato allo scomparso Bon ma i presunti riferimenti al cantante("Forget the herse 'cause I'll never die"..dimentica il carro funebre perchè io non morirò mai e "I've been too long and I'm glad to be back") vengono smentiti nel 2009 da Brian che dice di aver scritto la canzone buttando giù le prime frasi che gli venivano in mente, ispirato unicamente da un ritmo mambo.
Vi lascio il video dell'epoca...le chitarre sono enormi ma qui si parla di vecchia scuola. 4 alcolizzati che suonano una canzone hardrock nel 1980. No frills e tantissima roba. I HIT THE SACK!
martedì 3 maggio 2011
ROM SCACCIATI ANCHE IN ROMANIA
Ale, citano anche Cluj, è così la situazione? poi arrivano di qua...
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
Su 22 milioni di abitanti, i nomadi oscillano tra i 400 mila e il milione
Continui blitz anche nella loro Bucarest «Non vi vogliamo, dovete andare via»
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
C'erano i mercanti e ci sono i rom. Si sono estinti i primi; debbono andarsene i secondi. I mercanti, dicevamo: il nome di questo quartiere, a quattrocento metri dal chilometro zero della capitale Bucarest, è Lipscani. Lipscani da Lipsia, città di provenienza di molti commercianti che animavano la Parigi dell'Est. Altro secolo, altri tempi. Ai tempi più recenti del dittatore Ceausescu, un progetto voleva demolire la zona. Molti abitanti se ne andarono. I palazzi furono abbandonati. Il dittatore morì, nel 1989. Il progetto saltò. Nei palazzi arrivarono a occupare i rom. Siamo in pieno, pienissimo centro.In Romania, su 22 milioni di abitanti i rom sono tra 400 mila e un milione. Non v'è numero esatto in quanto di rado si iscrivono all'anagrafe. Sono cinque anni che istituzioni e forze dell'ordine battono, anzi martellano, Lipscani. La resistenza sta per cedere. Nelle ultime settimane c'è stata una decisa accelerazione. L'obiettivo è stranoto. Di più: è direttiva nazionale. I blitz hanno colpito anche i dintorni di Bucarest, l'hinterland, dove sono soliti rifugiarsi gli espulsi dalla città. Allontanamenti sono avvenuti altrove, a Cluj-Napoca, a Nordovest. In Romania, la convivenza tra romeni rom e non rom è dura. Nei villaggi di campagna, per esempio, le abitazioni dei nomadi sorgono rigorosamente in fondo, alla fine. Ai lati. A debita distanza dalle zone residenziali e commerciali. E dai pochi tratti di strada asfaltati. Cluj-Napoca non è campagna: è una città, la terza per numero di abitanti, che sono intorno ai 380 mila. Il suo caso racconta bene l'attualità romena. I rom abitavano in zone semicentrali. Con continui rastrellamenti - è questo il termine usato dalle organizzazioni non profit che su Internet danno conto della situazione -, la polizia spinge via i nomadi. Da un quartiere all'altro. Da una protesta all'altra degli abitanti. Perché nessuno li vuole sotto casa. Morale: oramai i rom sono usciti dalla periferia. Finiranno nelle cittadine più vicine. E lì, nuovi rastrellamenti. Cappellai, sarti, falegnami e fabbri: Lipscani aveva viuzze dedicate a ogni categoria. Alti palazzi sono ora sorti, la zona è diventata un centro d'affari. Soprattutto, di denaro. Marchi americani, banche dell'Europa occidentale, lounge-bar, isole pedonali. Se qualche fatiscente palazzone rimane, come rimane, provano a nasconderlo, simulando interventi di ristrutturazione o coprendo le facciate con enormi pubblicità.
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
Su 22 milioni di abitanti, i nomadi oscillano tra i 400 mila e il milione
Continui blitz anche nella loro Bucarest «Non vi vogliamo, dovete andare via»
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
C'erano i mercanti e ci sono i rom. Si sono estinti i primi; debbono andarsene i secondi. I mercanti, dicevamo: il nome di questo quartiere, a quattrocento metri dal chilometro zero della capitale Bucarest, è Lipscani. Lipscani da Lipsia, città di provenienza di molti commercianti che animavano la Parigi dell'Est. Altro secolo, altri tempi. Ai tempi più recenti del dittatore Ceausescu, un progetto voleva demolire la zona. Molti abitanti se ne andarono. I palazzi furono abbandonati. Il dittatore morì, nel 1989. Il progetto saltò. Nei palazzi arrivarono a occupare i rom. Siamo in pieno, pienissimo centro.In Romania, su 22 milioni di abitanti i rom sono tra 400 mila e un milione. Non v'è numero esatto in quanto di rado si iscrivono all'anagrafe. Sono cinque anni che istituzioni e forze dell'ordine battono, anzi martellano, Lipscani. La resistenza sta per cedere. Nelle ultime settimane c'è stata una decisa accelerazione. L'obiettivo è stranoto. Di più: è direttiva nazionale. I blitz hanno colpito anche i dintorni di Bucarest, l'hinterland, dove sono soliti rifugiarsi gli espulsi dalla città. Allontanamenti sono avvenuti altrove, a Cluj-Napoca, a Nordovest. In Romania, la convivenza tra romeni rom e non rom è dura. Nei villaggi di campagna, per esempio, le abitazioni dei nomadi sorgono rigorosamente in fondo, alla fine. Ai lati. A debita distanza dalle zone residenziali e commerciali. E dai pochi tratti di strada asfaltati. Cluj-Napoca non è campagna: è una città, la terza per numero di abitanti, che sono intorno ai 380 mila. Il suo caso racconta bene l'attualità romena. I rom abitavano in zone semicentrali. Con continui rastrellamenti - è questo il termine usato dalle organizzazioni non profit che su Internet danno conto della situazione -, la polizia spinge via i nomadi. Da un quartiere all'altro. Da una protesta all'altra degli abitanti. Perché nessuno li vuole sotto casa. Morale: oramai i rom sono usciti dalla periferia. Finiranno nelle cittadine più vicine. E lì, nuovi rastrellamenti. Cappellai, sarti, falegnami e fabbri: Lipscani aveva viuzze dedicate a ogni categoria. Alti palazzi sono ora sorti, la zona è diventata un centro d'affari. Soprattutto, di denaro. Marchi americani, banche dell'Europa occidentale, lounge-bar, isole pedonali. Se qualche fatiscente palazzone rimane, come rimane, provano a nasconderlo, simulando interventi di ristrutturazione o coprendo le facciate con enormi pubblicità.
lunedì 2 maggio 2011
Il video della settimana -ep.5- Berlusconi e la fidanzata immaginaria!
Vi lasciamo il video della settimana...
Per la droga ho buttato via 20 milioni $
Tratto dal Corriere on line
strapieno come l'uovo!!!
LA CONFESSIONE
«Per la droga ho buttato via 20 milioni $»
L'autobiografia del leader degli Aerosmith, Steven Tyler: «Gli stupefacenti hanno rovinato la mia vita»
Steven Tyler (Ap)MILANO - «Ho sniffato la mia Porsche, il mio aereo e la mia casa. Ho buttato via 20 milioni di dollari per colpa della droga». È sempre stato un'icona del "sesso, droga e rock 'n' roll" e adesso ha deciso di raccontare nei dettagli la sua vita spericolata. Da questa settimana i fan di Steven Tyler potranno acquistare nelle librerie degli Stati Uniti Does the Noise in My Head Bother You l'autobiografia del celebre cantante degli Aerosmith. Nel volume, il sessantaduenne non solo narra la sua affascinante vita da rock star, ma rivela quanto la droga abbia condizionato negativamente la sua esistenza. Il cantante afferma che, nonostante negli anni '80 fosse uno dei cantanti più celebri del mondo, spesso era "al verde" per colpa degli stupefacenti.
LA DISCESA AGLI INFERI - Tyler si sofferma sulle tappe decisive della sua vita: la gioventù nel Bronx, il successo musicale, il rapporto con i quattro figli (tra cui l'attrice Liv Tyler) e la vita "on the road". Il libro è presentato dal cantante come «il racconto della sua discesa agli inferi»: «Salivo spesso sul palco con una cassetta piena di droga – scrive il cantante –Sono fortunato di essere ancora vivo». Nel corso degli anni, Tyler è stato ripetutamente in centri di riabilitazione per disintossicarsi: «Se non fossi stato aiutato dagli altri, probabilmente sarei morto diverse volte» ha dichiarato al settimanale americano People. Gli stupefacenti e l'abuso di alcol hanno segnato anche le sue relazioni affettive e tutti i momenti importanti della sua vita: «Ecco che cosa ho avuto dalla droga. Mi ha fatto allontanare dai figli, ha segnato in negativo la mia band, ha distrutto i miei matrimoni e spesso mi ha messo in ginocchio».
LA REDENZIONE - La redenzione è arrivata nel 2009, quando per l'ennesima volta in un centro di riabilitazione, ha visto suo figlio in lacrime che gli raccontava di aver avuto paura: «Era quello che mi ci voleva» ha commentato al settimanale americano. Adesso il cantante sostiene di essere "pulito" da oltre un anno e mezzo e di condurre una vita tranquilla. Nell'autobiografia si sofferma anche sulle sue storie sentimentali. Racconta che nel corso degli anni numerose groupie hanno accompagnato gli Aerosmith nei tour mondiali, ma l'unica tra queste che ha veramente desiderato, Joan Jett, l'ha rifiutato. Per conquistarla una notte si è presentato nudo davanti alla sua porta d'albergo, ma la ragazza non ha mai aperto. Oggi Tyler dichiara di essere una persona sobria, che apprezza i veri piaceri della vita anche grazie al suo nuovo lavoro di giudice musicale nella fortunata trasmissione televisiva American Idol: «L'unica cosa che voglio è rimanere sobrio - dichiara il cantante - Non voglio tornare ad essere un cattivo esempio per gli altri».
strapieno come l'uovo!!!
LA CONFESSIONE
«Per la droga ho buttato via 20 milioni $»
L'autobiografia del leader degli Aerosmith, Steven Tyler: «Gli stupefacenti hanno rovinato la mia vita»
Steven Tyler (Ap)MILANO - «Ho sniffato la mia Porsche, il mio aereo e la mia casa. Ho buttato via 20 milioni di dollari per colpa della droga». È sempre stato un'icona del "sesso, droga e rock 'n' roll" e adesso ha deciso di raccontare nei dettagli la sua vita spericolata. Da questa settimana i fan di Steven Tyler potranno acquistare nelle librerie degli Stati Uniti Does the Noise in My Head Bother You l'autobiografia del celebre cantante degli Aerosmith. Nel volume, il sessantaduenne non solo narra la sua affascinante vita da rock star, ma rivela quanto la droga abbia condizionato negativamente la sua esistenza. Il cantante afferma che, nonostante negli anni '80 fosse uno dei cantanti più celebri del mondo, spesso era "al verde" per colpa degli stupefacenti.
LA DISCESA AGLI INFERI - Tyler si sofferma sulle tappe decisive della sua vita: la gioventù nel Bronx, il successo musicale, il rapporto con i quattro figli (tra cui l'attrice Liv Tyler) e la vita "on the road". Il libro è presentato dal cantante come «il racconto della sua discesa agli inferi»: «Salivo spesso sul palco con una cassetta piena di droga – scrive il cantante –Sono fortunato di essere ancora vivo». Nel corso degli anni, Tyler è stato ripetutamente in centri di riabilitazione per disintossicarsi: «Se non fossi stato aiutato dagli altri, probabilmente sarei morto diverse volte» ha dichiarato al settimanale americano People. Gli stupefacenti e l'abuso di alcol hanno segnato anche le sue relazioni affettive e tutti i momenti importanti della sua vita: «Ecco che cosa ho avuto dalla droga. Mi ha fatto allontanare dai figli, ha segnato in negativo la mia band, ha distrutto i miei matrimoni e spesso mi ha messo in ginocchio».
LA REDENZIONE - La redenzione è arrivata nel 2009, quando per l'ennesima volta in un centro di riabilitazione, ha visto suo figlio in lacrime che gli raccontava di aver avuto paura: «Era quello che mi ci voleva» ha commentato al settimanale americano. Adesso il cantante sostiene di essere "pulito" da oltre un anno e mezzo e di condurre una vita tranquilla. Nell'autobiografia si sofferma anche sulle sue storie sentimentali. Racconta che nel corso degli anni numerose groupie hanno accompagnato gli Aerosmith nei tour mondiali, ma l'unica tra queste che ha veramente desiderato, Joan Jett, l'ha rifiutato. Per conquistarla una notte si è presentato nudo davanti alla sua porta d'albergo, ma la ragazza non ha mai aperto. Oggi Tyler dichiara di essere una persona sobria, che apprezza i veri piaceri della vita anche grazie al suo nuovo lavoro di giudice musicale nella fortunata trasmissione televisiva American Idol: «L'unica cosa che voglio è rimanere sobrio - dichiara il cantante - Non voglio tornare ad essere un cattivo esempio per gli altri».
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