Ale, citano anche Cluj, è così la situazione? poi arrivano di qua...
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
Su 22 milioni di abitanti, i nomadi oscillano tra i 400 mila e il milione
Continui blitz anche nella loro Bucarest «Non vi vogliamo, dovete andare via»
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
C'erano i mercanti e ci sono i rom. Si sono estinti i primi; debbono andarsene i secondi. I mercanti, dicevamo: il nome di questo quartiere, a quattrocento metri dal chilometro zero della capitale Bucarest, è Lipscani. Lipscani da Lipsia, città di provenienza di molti commercianti che animavano la Parigi dell'Est. Altro secolo, altri tempi. Ai tempi più recenti del dittatore Ceausescu, un progetto voleva demolire la zona. Molti abitanti se ne andarono. I palazzi furono abbandonati. Il dittatore morì, nel 1989. Il progetto saltò. Nei palazzi arrivarono a occupare i rom. Siamo in pieno, pienissimo centro.In Romania, su 22 milioni di abitanti i rom sono tra 400 mila e un milione. Non v'è numero esatto in quanto di rado si iscrivono all'anagrafe. Sono cinque anni che istituzioni e forze dell'ordine battono, anzi martellano, Lipscani. La resistenza sta per cedere. Nelle ultime settimane c'è stata una decisa accelerazione. L'obiettivo è stranoto. Di più: è direttiva nazionale. I blitz hanno colpito anche i dintorni di Bucarest, l'hinterland, dove sono soliti rifugiarsi gli espulsi dalla città. Allontanamenti sono avvenuti altrove, a Cluj-Napoca, a Nordovest. In Romania, la convivenza tra romeni rom e non rom è dura. Nei villaggi di campagna, per esempio, le abitazioni dei nomadi sorgono rigorosamente in fondo, alla fine. Ai lati. A debita distanza dalle zone residenziali e commerciali. E dai pochi tratti di strada asfaltati. Cluj-Napoca non è campagna: è una città, la terza per numero di abitanti, che sono intorno ai 380 mila. Il suo caso racconta bene l'attualità romena. I rom abitavano in zone semicentrali. Con continui rastrellamenti - è questo il termine usato dalle organizzazioni non profit che su Internet danno conto della situazione -, la polizia spinge via i nomadi. Da un quartiere all'altro. Da una protesta all'altra degli abitanti. Perché nessuno li vuole sotto casa. Morale: oramai i rom sono usciti dalla periferia. Finiranno nelle cittadine più vicine. E lì, nuovi rastrellamenti. Cappellai, sarti, falegnami e fabbri: Lipscani aveva viuzze dedicate a ogni categoria. Alti palazzi sono ora sorti, la zona è diventata un centro d'affari. Soprattutto, di denaro. Marchi americani, banche dell'Europa occidentale, lounge-bar, isole pedonali. Se qualche fatiscente palazzone rimane, come rimane, provano a nasconderlo, simulando interventi di ristrutturazione o coprendo le facciate con enormi pubblicità.
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
Su 22 milioni di abitanti, i nomadi oscillano tra i 400 mila e il milione
Continui blitz anche nella loro Bucarest «Non vi vogliamo, dovete andare via»
In Romania molte famiglie di nomadi hanno occupato palazzi fatiscenti del centro nel rione di Lipscani
C'erano i mercanti e ci sono i rom. Si sono estinti i primi; debbono andarsene i secondi. I mercanti, dicevamo: il nome di questo quartiere, a quattrocento metri dal chilometro zero della capitale Bucarest, è Lipscani. Lipscani da Lipsia, città di provenienza di molti commercianti che animavano la Parigi dell'Est. Altro secolo, altri tempi. Ai tempi più recenti del dittatore Ceausescu, un progetto voleva demolire la zona. Molti abitanti se ne andarono. I palazzi furono abbandonati. Il dittatore morì, nel 1989. Il progetto saltò. Nei palazzi arrivarono a occupare i rom. Siamo in pieno, pienissimo centro.In Romania, su 22 milioni di abitanti i rom sono tra 400 mila e un milione. Non v'è numero esatto in quanto di rado si iscrivono all'anagrafe. Sono cinque anni che istituzioni e forze dell'ordine battono, anzi martellano, Lipscani. La resistenza sta per cedere. Nelle ultime settimane c'è stata una decisa accelerazione. L'obiettivo è stranoto. Di più: è direttiva nazionale. I blitz hanno colpito anche i dintorni di Bucarest, l'hinterland, dove sono soliti rifugiarsi gli espulsi dalla città. Allontanamenti sono avvenuti altrove, a Cluj-Napoca, a Nordovest. In Romania, la convivenza tra romeni rom e non rom è dura. Nei villaggi di campagna, per esempio, le abitazioni dei nomadi sorgono rigorosamente in fondo, alla fine. Ai lati. A debita distanza dalle zone residenziali e commerciali. E dai pochi tratti di strada asfaltati. Cluj-Napoca non è campagna: è una città, la terza per numero di abitanti, che sono intorno ai 380 mila. Il suo caso racconta bene l'attualità romena. I rom abitavano in zone semicentrali. Con continui rastrellamenti - è questo il termine usato dalle organizzazioni non profit che su Internet danno conto della situazione -, la polizia spinge via i nomadi. Da un quartiere all'altro. Da una protesta all'altra degli abitanti. Perché nessuno li vuole sotto casa. Morale: oramai i rom sono usciti dalla periferia. Finiranno nelle cittadine più vicine. E lì, nuovi rastrellamenti. Cappellai, sarti, falegnami e fabbri: Lipscani aveva viuzze dedicate a ogni categoria. Alti palazzi sono ora sorti, la zona è diventata un centro d'affari. Soprattutto, di denaro. Marchi americani, banche dell'Europa occidentale, lounge-bar, isole pedonali. Se qualche fatiscente palazzone rimane, come rimane, provano a nasconderlo, simulando interventi di ristrutturazione o coprendo le facciate con enormi pubblicità.
Franco, l'al non risponde agli inviti, figurati se risponde alle domande...come ha dichiarato lui "non si diverte con noi"...
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