Non è solo il governo a portare avanti un'operazione di 'spending review'. Ci sta pensando, secondo quanto si apprende, anche Silvio Berlusconi. Bisogna tagliare i costi, ha detto Berlusconi ai suoi, spendo troppo, non me lo posso più permettere. Cento milioni l'anno: a tanto ammonta, secondo quanto viene riferito da fonti ben informate, il capitolo 'spese personali' del Cavaliere. La cifra non calcola in alcun modo i costi di gestione delle aziende. Non contempla quanto serve all'ex premier per portare avanti le sue imprese in un momento di difficolta' generale con un calo della pubblicita' che sfiora il 20%. Se prima avevo 11 palazzi ora ne ne ho uno solo, se prima le mie azioni valevano undici ora valgono uno..., si e' lamentato l'ex premier con un 'big' del Pdl alcuni giorni fa. Venticinque milioni all'anno servono solo per mantenere le ville che possiede. Per questo motivo l'ex premier ha messo in vendita la sua villa ad Antigua (ha dato mandato all'architetto Gamondi). Anzi le sue ville costate 30 milioni di dollari (solo per assicurare l'intero comprensorio contro gli uragani servono 150mila dollari). In vendita anche lo yacht di famiglia. In realtà il Cavaliere - apprende l'Agi - sta costruendo un'altra villa, sempre in Sardegna: l'ha acquistata - viene riferito - a prezzi molto bassi e la sta sistemando. 'Ma quella era un occasione', si e' lasciato andare con un amico.
Berlusconi salva dalla 'spending review' solo la sua 'creatura rossonera': per la squadra, per salvaguardare il prestigio dell'azienda Milan "e per questioni di cuore" il Cavaliere ha rinunciato ai soldi offerto dagli sceicchi del Psg per Thiago Silva. L'ex premier versa dodici milioni l'anno, invece, per la ex moglie. Veronica Lario, secondo quanto risulta da fonti ben informate, è destinataria di un assegno di un milione di euro al mese. Cifra che il Cavaliere potrebbe voler anche ridiscutere, assicurano le stesse fonti. Per l'ex Capo dell'esecutivo poi ci sono altre spese personali, dal sostegno ai giornali di famiglia ai prestiti concessi. Inoltre ci sono gli 'aiuti' alle ragazze coinvolte nel 'caso Ruby'. E' stato lo stesso Cavaliere a confidare di doverle mantenere perche' ormai "hanno avuto la vita rovinata". Per loro Berlusconi verserebbe circa 2500 euro ciascuna, anche se la cifra non trova conferme ufficiali. Infine ci sono le spese di ordinaria amministrazione e quelle fatte in passato per Forza Italia. E qui arriva il tasto 'dolente'.
Silvio Berlusconi, sottolineano le stesse fonti, ha firmato fidejussioni per circa 85 milioni di euro. Ma fino a quando c'era il finanziamento pubblico a sostenere il Pdl nessun problema. Ora con il taglio del 50% (ed e' possibile in futuro un'ulteriore 'sforbiciata') si pone una questione non da poco. Quelle fidejussioni firmate dal Cavaliere non sono piu' 'virtuali', l'ex Forza Italia - che nel frattempo come Alleanza nazionale e' passata da partito ad associazione - conta sulle coperture garantite da Berlusconi. Nel 2008 Forza Italia decise di cartolarizzare per quattro anni il debito derivato dalla campagna elettorale. La scadenza è fissata ad ottobre e su quelle cartolarizzazioni c'è la controfirma proprio di Berlusconi (il partito non e' personalita' giuridica). Il Pdl non ha scoperti di conti (devono essere rimborsati a Forza Italia solo alcuni servizi e computer 'prestati') ne' firme a garanzie. Le garanzie riguardano Alleanza nazionale (gli immobili che appartenevano a via della Scrofa) e appunto Forza Italia (le fidejussioni di Berlusconi). I trenta milioni in meno che entreranno nelle casse del partito saranno anticipati alle banche creditrici dal Pdl ma poi dovranno essere rimborsate per il 75% dagli ex 'azzurri' e per il 25% dagli ex An, secondo le quote stabilite quando fu deciso il 'matrimonio' tra le due forze. Martedi' prima della direzione nazionale del partito (a cui parteciperanno anche i gruppi parlamentari per parlare della riforma del lavoro) verra' approvato il bilancio del 2011. Ci sara' un leggero avanzo di gestione, ma il budget per l'anno 2012 e' gia' stato dimezzato.
Finora in via dell'Umilta' non c'e' stata alcuna operazione di 'spending review', e' stato solo approntato uno studio con la possibile ristrutturazione dei costi. Ammontano a circa 20 milioni l'anno: il Pdl è una vera e propria azienda sul territorio nazionale, non più quel partito di 'plastica' voluto inizialmente da Berlusconi. Ci sono spese per gli affitti (fatti con la clausola di risoluzione a 6 mesi prima) delle sedi regionali, provinciali e comunali, le spese per il personale, per i computer, per la vigilanza durante le manifestazioni e a protezione delle sedi, per pagare i fornitori. E il piano e' proprio quello di 'tagliare'. Si comincera' dagli affitti e non si esclude neanche - riferiscono fonti parlamentari del partito - di dover abbandonare la storica sede di via dell'Umilta'. Occorrera' chiudere tantissime sedi, viene riferito. In ogni modo non c'e' alcuna volonta', sostengono le stesse fonti, di dare l'idea di smantellare un partito-azienda, ma e' chiaro che il preventivo presenta gia' un progetto pieno zeppo di sforbiciate. In piu' - oltre il taglio del finanziamento pubblico - c'e' da considerare che il Pdl prima prendeva contributi per un partito che navigava oltre il 30% dei consensi, mentre ora le percentuali sono molto piu' basse e - di conseguenza - saranno minori anche i rimborsi. Angelino Alfano già da mesi ha spiegato che il partito 'vivrà soprattutto sul web, si servira' della rete e utilizzera' gli strumenti del social network. Bisognera' capire poi se ci sara' un congresso nazionale, in quel caso sara' possibile avviare una nuova massiccia campagna di tesseramento. Al momento non si sa ancora quali introiti entreranno in cassa, se aumenterà ancora la riduzione del finanziamento, ma e' evidente - sottolineano ancora fonti Pdl - che nulla sarà come prima, soprattutto se non interverrà Berlusconi.
Il problema per il Pdl non riguarda solo i costi di gestione per il presente, ma anche il futuro. Chi finanzierà la prossima campagna elettorale? Il Cavaliere che già l'anno scorso ha dovuto sborsare una cifra enorme a De Benedetti - spiegano fonti parlamentari del partito - sara' costretto a mettere mano al portafoglio se crede ancora nella sua 'creatura'. Con la conseguenza che il suo 'peso' diventera' ancor piu' determinante, la sua posizione ancora piu' forte. Il problema, pero', e' che l'ex presidente del Consiglio ha spiegato ad alcuni interlocutori di non voler piu' spendere soldi per il partito. Troppe spese, e' arrivato il momento di tagliare, ha sottolineato con alcuni parlamentari. Il Cavaliere che anche quest'anno e' risultato il piu' ricco del Parlamento (ha dichiarato lo scorso anno un reddito imponibile di 48.180.792 euro) gia' prima delle elezioni amministrative aveva fatto sapere di non voler piu' investire somme ingenti nel Pdl. Per questo motivo il 'low profile' nella campagna elettorale del partito di via dell'Umilta'. E la prossima? Anche tra i 'big' del Pdl circola la data del 20 ottobre per le elezioni, nonostante il sostegno assicurato da Alfano a Monti. Il Cavaliere, piuttosto che impegnarsi come prima nel Pdl, è sempre tentato dal dar vita ad una sua lista in cui far confluire tanti giovani, amministratori locali e imprenditori dell'area di centrodestra (smentito da piu' voci un piano per aggregare il sindaco di Firenze Renzi). In tanti gli stanno chiedendo di studiare un piano alternativo al Pdl (la settimana scorsa Berlusconi avrebbe sondato gli effetti di una lista personale con Daniela Santanche' ed altri imprenditori impegnati nella pubblicita'), spiega chi lo ha incontrato negli ultimi giorni, e lui non dice di no. Anzi.
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